L’INCREDIBILE HULK Produzione: USA, 1977-81, 1988-90 Interpreti: Bill Bixby, Lou Ferrigno, Jack Colvin Questo memorabile serial sul gigantesco supereroe dalla pelle verde era, in realtà, piuttosto infedele al fumetto originale. Ma non si può escludere che il suo successo fosse dovuto anche a questo. E’ opportuno ricordare la vicenda del personaggio della Marvel, creato da Stan Lee e Jack Kirby. |
La vicenda iniziava con lo scienziato atomico Robert
Bruce Banner che, durante la sperimentazione della “bomba a raggi gamma”
per un incidente veniva investito dalle micidiali radiazioni che lo
trasformavano in un bruto gigantesco dotato di forza sovrumana. La trasformazione però non era permanente: Banner infatti poteva dopo un certo tempo tornare “normale” per poi ritrasformarsi ancora, spesso al “momento giusto”, esattamente come il Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Va detto che inizialmente, proprio come il personaggio del romanzo di Stevenson, Banner diventava Hulk al tramonto e tornava in sé all’alba, solo in un secondo tempo si ritenne più opportuno farlo trasformare ogni volta che si spaventava o si arrabbiava, dandogli appunto la possibilità di diventare Hulk nei momenti di necessità o di pericolo. |
In ogni caso, la vita di Banner era un calvario:
inseguito da una parte dal generale “Thunderbolt” Ross, che considerandolo
una minaccia cercava ogni modo per sopprimerlo, e trovandosi, inoltre, ad
affrontare tutta una schiera di “supercattivi” nella migliore tradizione
dei fumetti Marvel (con una buona percentuale di “cattivi” di origine
sovietica: si era in piena guerra fredda, e Banner-Hulk era comunque
strettamente legato ad ambienti militari). Per le inevitabili necessità del budget, le avventure dell’Hulk televisivo erano decisamente meno roboanti. In questa serie lo scienziato David Bruce Banner (già il nome è stato cambiato perché al creatore Johnson non piacevano i nomi con cognomi “assonanti” tipo “Peter Parker”, “Clark Kent” e simili), interpretato da Bill Bixby, compie ricerche |
sui raggi gamma
e sui loro effetti sulla forza fisica. Banner infatti è ossessionato dalla
morte della moglie in un incidente d’auto: aveva tentato di liberarla
dall’auto in fiamme ma solo una forza sovrumana avrebbe potuto farlo. Fatalmente l’esperimento sfugge al suo controllo trasformandolo così nel gigante verde (interpretato dal culturista Lou Ferrigno). L’Hulk televisivo è assai diverso da quello dei fumetti, inevitabilmente più “modesto”: per esempio è alto “solo” 196 cm (l’originale è almeno 2 metri e mezzo), la sua forza non è illimitata (in diversi episodi lo vediamo, tutt’al più, rovesciare qualche auto, mentre nei fumetti scaglia lontano i carri armati...) e non è del tutto invulnerabile (tant’è vero che nell’ultimissimo episodio muore in un incidente aereo). |
Ironia della sorte, Hulk viene considerato colpevole
della morte di David Banner... il quale preferisce che tutti lo credano
morto finché non avrà trovato una cura per liberarsi del mostro. Purtroppo però non è così semplice nascondersi: infatti c’è un giornalista particolarmente testardo, Jack McGee (Jack Colvin) che gli dà la caccia, costringendolo ad una lunga fuga “on the road” per tutta l’America. In ogni episodio, David approda in qualche cittadina di provincia e trova qualche impiego precario per poter vivere (camionista, tassista, cameriere e simili), spesso inseguito da McGee che non riesce mai (o quasi) a raggiungerlo. Prima o poi David o qualche suo occasionale amico del luogo finiscono per trovarsi minacciati o in pericolo (spesso vittime di complotti criminali o cose del genere) |
causando, ogni volta, la trasformazione di David in
Hulk. La scena della trasformazione è ben realizzata, pur utilizzando pochi mezzi: inizia con gli occhi di David che diventano improvvisamente bianchi, dopodiché, grazie a opportuni primi piani, vediamo gli indumenti strapparsi apparentemente a causa di una “espansione” della massa corporea, finché al posto di David non appare Hulk. In ogni episodio Hulk appare due volte: la prima volta fa scappare i “cattivi”, mentre la seconda volta li sconfigge definitivamente. Ma l’apparizione di Hulk costringe David ad allontanarsi per non essere trovato dall’implacabile McGee. Quindi, alla fine di ogni episodio vediamo David con la sua sacca in spalla intento a fare l’autostop... |
Quando venne fatto il casting della serie, non vi
furono grossi problemi per i ruoli di Banner e McGee. Bill Bixby e Jack
Colvin erano due noti volti televisivi e sembrarono subito adatti ai
rispettivi ruoli. Il vero problema fu la parte di Hulk: non si riusciva a trovare l’attore giusto con il fisico adatto. Il primo provino venne fatto a Richard Kiel (il celeberrimo “Squalo” dei film di 007), ma alla fine non sembrò adatto. Si tentò persino con Arnold Schwarzenegger, ma sembrò troppo... basso per la parte. Alla fine la scelta cadde su Lou Ferrigno. Ex mister Universo, alto quasi due metri e dotato della massa muscolare adatta: come detto, non era proprio uguale ai fumetti ma ci si poteva accontentare. Un’altra caratteristica “diversa” consisteva nel fatto che l’Hulk televisivo non |
parlava ma emetteva solo versi e ruggiti (quello dei
fumetti si esprimeva in un modo assai caratteristico, parlando di sé in
terza persona). Il serial era prodotto dalla Universal per la rete americana CBS. Produttore esecutivo era Kenneth Johnson, produttore di altri serial come “L’Uomo da sei milioni di dollari”, “La donna bionica”, “Alien nation” e “V-Visitors”. Quando venne trasmesso il primo “film pilota” nel 1977, tutti si aspettavano un prodotto trash sul genere del “Batman” degli anni’60, invece il pubblico rimase colpito dalla carica di umanità del personaggio di Banner, dai suoi dubbi e dalla sua difficile convivenza con il mostro. Nel 1978 fecero seguito altri due cicli. Il serial aveva un buon successo di pubblico, ciononostante non mancarono i problemi: quando si iniziò a girare il |
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quarto ciclo (trasmesso nel 1980), la CBS voleva
tagliare i costi, e Johnson dovette lottare per salvare il budget della
serie (i cui effetti speciali, per quanto modesti, erano comunque
considerati “costosi”). Il quinto ciclo, del 1981, fu un ciclo “incompleto”, in quanto si era deciso di chiudere la serie nonostante gli ascolti fossero sempre buoni. In ogni caso, gli episodi del quinto ciclo erano comunque qualitativamente inferiori ai precedenti, e non fu nemmeno possibile girare un episodio che desse una conclusione alla vicenda. Tuttavia nel 1988 venne girato un film per la TV di due ore (inizialmente intitolato, nella versione italiana, “Hulk e Thor gli invincibili”). In tale film si era avuta l’idea (piuttosto infelice, in verità) di riportare Hulk nell’universo |
dei
supereroi Marvel, e quindi gli era stato appunto affiancato il personaggio
di Thor. L’idea era abbastanza incoerente con gli episodi precedenti (dove
Hulk si muoveva, tutto sommato, in situazioni per così dire più
“realistiche”), e Thor di per sé era abbastanza ridicolo. Nonostante ciò,
il film ebbe un ottimo successo di ascolti. Nel 1989 uscì un secondo film, “Processo all’incredibile Hulk”, dove avviene l’incontro con un altro supereroe, Devil. Risultato abbastanza simile: film non troppo riuscito, con un Devil ridicolo e fuori luogo, eppure anche questo ebbe successo. Infine, nel 1990 uscì un terzo film intitolato “La morte dell’incredibile Hulk”. Al di là dello spiacevole finale anticipato fin dal titolo, questo fu forse il migliore film dei tre: un soggetto più dignitoso, nessun ridicolo supereroe in giro, un finale “forte” a |
conclusione
di tutta la serie. Conclusione che, in realtà, non era stata programmata sul serio: era infatti pronto il soggetto per un nuovo film, intitolato, ovviamente, “La resurrezione dell’incredibile Hulk”. Ma purtroppo non fu possibile: Bill Bixby si ammalò di un tumore e venne a mancare nel 1993. Senza il suo popolare protagonista (perché di fatto era lui il vero centro delle vicende), non fu più possibile resuscitare il mostro verde. Jack Colvin se ne è andato nel 2005. Unico superstite del cast fisso è rimasto Lou Ferrigno, il quale è apparso in altri film: oltre al cameo nella recente versione di “Hulk”, si può citare “Hercules”, diretto nel 1983 dal nostro Luigi Cozzi, nel quale era protagonista. Inoltre ha doppiato Hulk in una recente serie animata. |
Nel 2003 è uscito il film di Ang Lee. Decisamente
più fedele al fumetto grazie al CGI e ad un budget sostanzioso, il film ha
diviso il pubblico: chi non ha apprezzato gli eccessivi approfondimenti
sulla psicologia di Banner-Hulk, e anche, perché no, chi avrebbe voluto
nuovamente Lou Ferrigno anziché il mostro totalmente digitale (unico modo,
peraltro, per avere un Hulk paragonabile a quello dei fumetti). La serie è apparsa in Italia sulle reti private, in epoca “pre-Mediaset” (quindi poco tempo dopo la prima messa in onda negli USA). 86 episodi, colore, 60’ (tranne cinque film TV da 120’) NOTA: Non è stato assolutamente possibile rintracciare i titoli dell’edizione italiana. Pertanto le traduzioni dei titoli sono quasi tutte arbitrarie. |
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Prima serie (1978) |
5) Of Guilt, Models, and
Murder (Peccati, modelle e omicidi) Seconda serie (1978) |
13) Married – part I (Sposato,
parte I) |
24) Wildfire (Fuoco selvaggio) |
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35) Vendetta Road (La strada della vendetta) Terza serie (1979) |
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43) Homecoming (Ritorno a casa) |
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54) A Rock and A Hard Place
(Una roccia e un luogo inospitale) Quarta serie (1980) |
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62) Dark Side (Lato oscuro) |
73) Interview With the Hulk
(Intervista con Hulk) Quinta serie (1981) 77) The Phenom (Il fenomeno) |
81) Triangle (Il triangolo) Film per la TV |
86) Death of the Incredible Hulk (La morte dell’incredibile Hulk, 2h; il film è edito in dvd) |
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